Skip to content Skip to footer

Alla scoperta delle Catacombe cristiane

Le catacombe sono come delle città sotterranee molto antiche! Nascono a Roma tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C. durante le persecuzioni dei Cristiani e per secoli costituiscono l’ambiente in cui i perseguitati possono coltivare la comunità e la spiritualità delle origini. In modo analogo, già secoli prima sempre in ambienti sotterranei erano collocati i mitrei o santuari del culto di Mitra, una religione segreta e iniziatica.
Molti proclamarono comunque la propria fede accettando la prigionia, le torture, le deportazioni e anche la morte tanto che i martiri furono migliaia, sebbene il numero reale sia difficile da calcolare. Gli imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano, spinti anche da considerazioni politiche, ordinarono persecuzioni più attive e severe, che tuttavia non arrivarono a sradicare il nuovo culto. Nel 311 l’imperatore Galerio emanò l’Editto di Galerio che concedeva ai cristiani il perdono, poi confermato da Costantino che accordò al cristianesimo lo status di religio licita con l’Editto di Milano nel 313. Gli ultimi strascichi delle persecuzioni si sovrapposero alle prime lotte contro gli eretici; dopo pochi decenni sarebbero iniziate le persecuzioni dei pagani..

Quali catacombe si possono visitare oggi?

La maggior parte delle catacombe si trovano a Roma, tanto da raggiungere il numero di una sessantina, mentre altrettante se ne contano nel Lazio. A Roma solo alcune sono aperte al pubblico per essere visitate in sicurezza. Le più famose sono:
• Catacombe di San Callisto: Sono tra le più grandi e importanti, con tanti tunnel e le tombe di alcuni dei primi Papi.
• Catacombe di San Sebastiano: Prendono il nome da un santo e hanno anche una basilica sopra.
• Catacombe di Domitilla: Sono molto grandi e hanno delle pitture antiche molto belle.
• Catacombe di Priscilla: Qui si trova quella che si pensa sia la più antica immagine della Madonna.
• Catacombe di Sant’Agnese: Anche queste legate a una santa, con una basilica antica.
Visitare le catacombe è come fare un viaggio indietro nel tempo e scoprire un pezzo importante della storia di Roma e delle prime comunità cristiane. È un posto un po’ speciale e silenzioso!

L’arte delle catacombe

Nelle catacombe si sviluppa, sin dalla fine del II secolo, un’arte estremamente semplice, in parte narrativa e in parte simbolica. Le pitture, i mosaici, i rilievi dei sarcofagi, le arti minori rievocano le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, a testimonianza del significato universale della fede cristiana. Come ad esempio viene rappresentato Giova, salvato dal ventre della balena, dove il profeta era rimasto per tre giorni, con questo rievocando la resurrezione del Cristo. Ma vengono anche rappresentati i giovani di Babilonia salvati dalle fiamme della fornace, Susanna salvata dalle insidie degli anziani, Noè scampato al diluvio, Daniele che rimane illeso nella fossa dei leoni. Dal Nuovo Testamento si selezionano i miracoli di guarigione (il cieco, il paralitico, l’emorroissa) e di resurrezione (Lazzaro, il figlio della vedova di Naim, la figlia di Giairo), ma anche altri episodi, come il colloquio con la samaritana al pozzo e la moltiplicazione dei pani.

La Madonna che allatta nelle Catacombe di Priscilla

Sulle antiche pareti delle Catacombe di Priscilla, nascoste sotto la Via Salaria di Roma, si trova un commovente affresco del III secolo. Quest’opera, creata quando professare il cristianesimo era ancora un atto illegale nell’Impero Romano, raffigura Maria mentre allatta il bambino Gesù seduto sul suo grembo, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Dinnanzi a lei sembra raffigurato un profeta o uno dei re Magi che indica una stella, per alludere al vaticinio messianico. Nelle catacombe sono rappresentati altri episodi con la Madonna, come l’adorazione dei Magi e le scene di presepe.

L’arte delle catacombe si distingue per il suo ricco linguaggio simbolico, sviluppato per trasmettere concetti teologici complessi attraverso immagini semplici ma cariche di significato. I primi cristiani adottarono un sistema visivo essenziale ma profondamente evocativo nelle loro rappresentazioni sotterranee.

Nel repertorio simbolico cristiano, il pesce (in greco “ichtus”) divenne emblema di Cristo stesso, poiché le lettere della parola formavano l’acrostico “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”. La colomba rappresentava la pace paradisiaca promessa ai fedeli, mentre l’ancora simboleggiava la fermezza incrollabile della fede in mezzo alle persecuzioni.

Sulle lastre di chiusura dei loculi funerari, gli artigiani incidevano diversi simboli personalizzati. Alcuni richiamavano il mestiere esercitato in vita dal defunto, creando un legame tra l’identità terrena e quella eterna. Altri simboli – bicchieri, pani e anfore – alludevano ai refrigeria, i pasti commemorativi celebrati per onorare i morti.

La maggioranza dei simboli, tuttavia, faceva riferimento alla promessa della salvezza eterna: la colomba con il ramoscello d’ulivo annunciava la pace dell’anima; la palma evocava la vittoria sulla morte; il pavone, con la sua carne ritenuta incorruttibile, rappresentava l’immortalità; la fenice suggeriva la resurrezione; mentre l’agnello richiamava il sacrificio salvifico di Cristo. Questo vocabolario visivo permetteva ai fedeli perseguitati di condividere la propria fede anche quando le parole diventavano pericolose.

Catacombs of San Gennaro – Naples – Italy

The Kicker Newsletter

Ritatis et quasi architecto beatae vitae

[mc4wp_form id=”12649″ element_id=”style-3″]